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Aggiornare le proprie competenze manageriali in un mondo del lavoro che si evolve in maniera sempre più veloce è molto importante, tuttavia, prima di capire in che modo acquisire nuove abilità per rimanere al passo con i tempi, è importante anche andare a delineare un quadro preciso di quelle che sono le skill manageriali più richieste.
 Essere manager significa avere un ruolo centrale e di potere: non ci si può improvvisare, ma si devono avere delle competenze ben specifiche e che andranno via via affinate con il tempo e con l’esperienza.
 Un bravo manager è un manager preparato, perché ci sono competenze e capacità che non si possono improvvisare
 Cosa sono le competenze manageriali: definizione
Iniziamo con la definizione di “competenze manageriali”, ovvero di quelle skills che deve possedere un leader o chi svolge un ruolo di coordinamento.
 Queste vengono solitamente suddivise in due macro-categorie, ovvero competenze manageriali di base e competenze manageriali performanti.
 Le competenze base sono quelle essenziali per svolgere il proprio lavoro, mentre le competenze performanti sono quelle da acquisire se si vuole ottenere e raggiungere l’eccellenza.
 Le 3 categorie principali di competenze manageriali
Un grande manager si riconosce non solo dalle sue azioni, ma anche da ciò che sa fare e da come lo fa. Non tutti sono inclini a diventare dei leader, ma è possibile acquisire le principali competenze per potere gestire e coordinare con efficienza un team.
 Nello specifico è possibile suddividere le skill da possedere in 3 categorie di competenze manageriali fondamentali, dunque vale la pena conoscerle così da avere le idee chiare nel momento in cui ci si deve formare o aggiornare.
 Si devono avere:
- competenze tecniche,
- competenze concettuali,
- competenze nelle relazioni umane e interpersonali.
Un grande manager si riconosce dalle sue azioni, ovvero da ciò che sa fare e da come lo fa
 Le competenze tecniche
Le competenze tecniche di un manager rientrano tra skills di base da possedere e padroneggiare, perché avere un ruolo dirigenziale significa anche avere delle ottime basi tecniche, senza le quali è impossibile imporre la propria leadership.
 Essere un manager significa avere sempre il polso della situazione e guidare il proprio team, ma per fare ciò bisogna essere riconosciuti come competenti e preparati nel proprio ruolo, in modo da diventare un punto di riferimento credibile.
 Questa è senza dubbio la prima tipologia di skill da acquisire, ma non l’unica però: un buon manager deve saper pianificare, deve sapere come fare un business plan e come gestire le attività. L’obiettivo, naturalmente, è quello di massimizzare i profitti e le competenze tecniche di un manager sono fondamentali.
 Alla luce di quanto detto possiamo dire che le abilità tecniche sono quelle che permettono al manager di capire in che modo raggiungere determinati obiettivi. Come detto queste skills non riguardano solo programmi, macchine ma anche tutte quelle competenze che servono per aumentare le vendite, progettare nuovi prodotti e imparare a commercializzarli.
 Le competenze concettuali
Quando si parla, invece, di competenze concettuali dei manager si intendono tutte una serie di capacità di pensiero e di formulazione di nuove idee. Il manager, del resto, è chiamato ad analizzare problemi e a cercare di risolverli, Il problem solving dunque è molto importante, perché aiuta a gestire tutti gli ostacoli che si possono verificare.
 Per lo sesso motivo, andando più nello specifico, anche il pensiero laterale (lateral thinking) è tenuto spesso in gran considerazione: si tratta della capacità di risolvere problemi logici con un approccio indiretto e a volte creativo, perché presuppone l’osservazione di una criticità da diverse angolazioni, a differenza del modo di ragionare più semplice, che si basa sul trovare una soluzione diretta a uno specifico problema.
 Queste sono alcune delle competenze concettuali più rilevanti, che vengono spesso considerate di pari importanza a quelle tecniche, quindi per diventare un buon manager bisognerebbe possederle entrambe.
 Le competenze concettuali riguardano le capacità di pensiero e di formulazione di nuove idee
 Le competenze nelle relazioni umane e interpersonali
Adesso analizziamo da vicino la terza categoria di competenze manageriali, ovvero delle specifiche competenze nelle relazioni interpersonali che deve possedere ogni amministratore o dirigente, o comunque chiunque ricopra un ruolo con poteri decisionali. Si tratta di un aspetto importante, che non andrebbe mai sottovalutato.
 Un manager deve essere in grado di interfacciarsi con i suoi dipendenti, di avere con loro delle relazioni e di creare un clima disteso che aumenta la produttività.
 L’elenco delle 12 competenze manageriali più richieste
Ogni manager che si rispetti deve sempre puntare a migliorarsi. Avere tutte le competenze richieste per essere un leader è molto importante. Sarà necessario conoscerle tutte e capire in che modo sia possibile acquisirle. Volendo è possibile fare un elenco delle 12 competenze manageriali più richieste.
 1. Pianificazione (planning)
Il buon manager deve essere in grado di pianificare. Quando si dà il via a un’attività imprenditoriale, di qualsiasi tipo essa sia, è necessario avere le idee chiare e sapere pianificare.
 Si parla dalla capacità di fare un business plan, per pianificare l’inizio delle attività, ma non solo: un buon manager dovrà essere in grado di pianificare tutto quello che può massimizzare la produttività dell’attività che dirige, sia essa un’azienda o meno.
 Il suo ruolo, del resto, è proprio quello di ottenere il massimo profitto e se non si presta attenzione alla produttività questo è un obiettivo non realizzabile.
 2. Comunicazione efficace ed empatia
Anche questo è un aspetto che non deve essere sottovalutato, perché la comunicazione efficace è molto importante quando si dirige un’attività. I propri dipendenti, infatti, devono essere motivati e spronati e qui entra in gioco l’empatia.
   La comunicazione efficace è chiara, in grado di trasmettere i messaggi e i compiti giusti a ciascuno. Imparare a comunicare efficacemente è un obiettivo che ci si dovrebbe sempre porre, non solo quando si dirige un’attività o un’azienda.
 La comunicazione, in un contesto aziendale, è di vitale importanza
 3. Capacità decisionale (decision making)
Spesso ci si chiede cosa faccia tutto il giorno un manager. Dal punto di vista di chi non ricopre questo ruolo, la vita di chi dirige è molto semplice. Eppure non è così, perché tra tutti il manager è la figura con maggiori responsabilità.
 Del resto è suo il cosiddetto rischio di impresa e si ritrova costantemente a dover prendere delle decisioni che hanno come obiettivo quello di far andare bene l’attività. Non si tratta certo di una responsabilità semplice.
 Ecco, quindi, che la capacità decisionale (decision making) deve essere una delle prime tra quelle da sviluppare. Si tratta di una skill che non può essere sottovalutata, perché chi non sa decidere non sa gestire un’attività.
 4. Problem Solving e pensiero laterale
Quando ci si ritrova ad avere un ruolo dirigenziale si devono fronteggiare diverse criticità. Sebbene sia sempre auspicabile non avere problemi, è pur vero che spesso sono all’ordine del giorno.
 Sapere come affrontarli è molto importante, per questo il problem solving è una dote che i manager devono avere, così come il pensiero laterale. Allenare il pensiero laterale aiuta ad avere più attitudine alla risoluzione dei problemi.
 Questo perché si è in grado di allenare la creatività che, quindi, porta a trovare delle soluzioni anche quando un problema sembra complesso. Spesso, infatti, la difficoltà maggiore è quella di non inquadrare bene la situazione. Per questo motivo il pensiero laterale aiuta a guardare le cose da diverse prospettive, così da capire cosa fare e come risolvere eventuali criticità e problemi aziendali.
 Saper affrontare le criticità in azienda è una dote molto importante per un manager
 5. Capacità di delega
Se è vero che le responsabilità sono del manager è vero anche che quest’ultimo non può fare tutto da solo. Il rischio è quello di aprire la porta a degli errori e a un esaurimento nervoso. Ecco, quindi, che il manager deve saper delegare.
 La capacità di delega è molto importante ed è utile apprendere tutti i segreti per farlo nel migliore dei modi. Va da sé che si deve delegare solo a persone capaci e formate per un determinato ruolo, così da non avere danni e da riuscire a portare a casa i risultati sperati.
 6. Capacità di motivare gli altri (e se stessi)
Un manager è un po’ come un allenatore di calcio. Deve motivare il team e deve riuscire anche a essere costantemente motivato. La fiducia in se stessi e nella propria attività è la prima cosa da avere quando si ambisce al successo, allo stesso modo è importante saper motivare gli altri.
 Quando si lavora in un’attività o in un’azienda ci possono essere delle difficoltà che portano a scoraggiarsi. Sarà importante far capire ai propri dipendenti e a tutto il team che la motivazione e il credere in se stessi sono alla base di ogni successo.
 7. Analisi dei dati e approccio al lavoro data oriented
Oggi tutto passa attraverso l’analisi dei dati. Non si può avere un’idea precisa di come stia andando la propria attività se non si guardano e se non si analizzano i dati. Non si può prescindere da questo aspetto che diventa sempre più rilevante.
 I dati, del resto, ci dicono tanto della salute di un’azienda o di un’attività, ci dicono cosa dovrebbe essere cambiato e cosa invece va bene. Insomma, grazie ai dati è possibile avere le idee chiare e capire se il proprio progetto è sulla via del successo.
 Questa skill legata all’analisi dei dati, ovvero avere un approccio data oriented, deve essere immediatamente fatta propria, perché su di essa si può basare il successo della propria attività.
 8. Gestione delle risorse efficace ed efficienti
Quando si ha un’attività è necessario gestire le risorse in modo efficace, perché queste ultime soprattutto quelle economiche, vanno gestite con attenzione. L’obiettivo deve essere quello di massimizzare i profitti ed è per questo che si devono ponderare gli investimenti, che in un’attività sono inevitabili.
 Servono spesso nuovi macchinari o si necessita dell’acquisto di nuove tecnologie: tutto questo deve essere gestito al meglio e il manager deve sapere come farlo e conoscere le tempistiche giuste.
 9. Conoscenza del mercato e del settore in cui si opera
Anche questo è un aspetto molto importante, perché la conoscenza del mercato e del settore in cui si opera è di vitale importanza. Non si può partire o avviare un business di successo se non si ha ben chiaro il target a cui rivolgersi.
 Il mercato di riferimento deve essere studiato prima di ogni altra cosa, così da sapere cosa produrre, come farlo e quali obiettivi centrare. Questa skill è tra le più importanti che un manager deve avere, perché senza la conoscenza del settore in cui si opera non si raggiunge nessun obiettivo.
 10. Self-management
La figura del manager è in continua evoluzione, per questo motivo oggi si parla sempre più spesso di self-management ed è interessante capire perché e cosa sia.
 In un’attività autogestita tutto ciò che concerne la programmazione del lavoro viene condivisa con i dipendenti: il self-management è proprio questo, una gestione dei task e dei compiti partecipata, nel quale i singoli componenti di un team definiscono i propri obiettivi e determinano il modo migliore per il raggiungimento di essi.
 Possiamo anche parlare di leadership diffusa ed è verso questo obiettivo che si cammina oggi, perché se ogni singolo membro di un’azienda o team accetta questo tipo di responsabilità e autonomia, può diventare un leader.
 11. Gestione delle politiche inclusive
Anche questo aspetto è fondamentale e qui si entra nel campo del recruitment, dove ogni azienda dovrebbe puntare alla diversity e all’inclusione.
 Fino a qualche anno fa nelle aziende si tendeva a privilegiare un team uniforme e senza diversità, ma nel corso del tempo si è compreso che spesso un team eterogeneo può portare un valore aggiunto, perché attraverso più punti di vista diversi è possibile trovare più in fretta e in modo più semplice delle soluzioni.
 Allo stesso tempo sono state fatte delle leggi sulle pari opportunità che hanno spinto per la diversity e, di conseguenza, per l’inclusione all’interno di un’attività. Si dovrebbe anche puntare a eliminare il gender gap, garantendo anche alle donne dei salari congrui a quelli previsti per gli uomini che svolgono lo stesso lavoro.
 Oggi si prevede anche l’inserimento in azienda di persone con disabilità (disability management), ad esempio, e questo è un aspetto con cui un manager deve fare i conti, dunque è fondamentale che chi si occupa della gestione delle risorse umane o è in un ruolo decisionale, sia in grado di facilitare il processo di inclusione e di promuovere l’integrazione nell’ambiente di lavoro.
 Creare un team diversificato può essere una risorsa, se le differenze sono intese come punti di forza e se si lavora per un fine ultimo condiviso.
 12. Autorevolezza e leadership
Infine può sembrare banale ma il capo deve imparare a fare il capo. Autorevolezza e leadership sono due skills fondamentali, che vanno apprese e messe in pratica. Un bravo manager è colui che riesce ad essere empatico, ad essere al fianco dei dipendenti e a capire le loro esigenze ma, al contempo, riesce a farsi rispettare nel suo ruolo di leader.
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