Normativa ESG

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La normativa ESG si riferisce a un insieme di regole, direttive e linee guida che mirano a promuovere la sostenibilità e a integrare i fattori ESG nelle decisioni di investimento e nelle pratiche aziendali.

 

All’interno di questo articolo vediamo in modo approfondito che cos’è la normativa ESG, qual è la situazione attuale e quali possono essere le possibili prospettive future.

 

Cos’è la normativa ESG e quali settori interessa

La normativa ESG rappresenta un insieme di criteri utilizzati per valutare le performance di un’azienda in termini ambientali, sociali e di governance. Questi principi vengono utilizzati allo scopo di analizzare il rischio di investimento in una determinata organizzazione.

 

Il pilastro ambientale valuta l’impegno dell’azienda nella tutela dell’ambiente e nella riduzione delle emissioni inquinanti. Il pilastro sociale, invece, si concentra sul rispetto dei valori aziendali e sulla gestione delle relazioni con i dipendenti, i fornitori e i clienti. Infine, il pilastro di governance valuta la trasparenza e l’efficacia della gestione aziendale.

 

Il rating ESG viene solitamente determinato attraverso l’analisi dei dati e delle metriche che riguardano le risorse immateriali dell’organizzazione, come la sua impronta ambientale, il suo impatto sociale e l’efficacia della governance aziendale. Tale valutazione costituisce una sorta di indice di reputazione sociale, in quanto è finalizzata a classificare l’impegno dell’impresa nei confronti della sostenibilità e a valutare il suo impatto positivo o negativo sulla società e sull’ambiente.

 

Questo valore tiene conto, quindi, non solo del rendimento economico dell’organizzazione, ma anche della sua sostenibilità a lungo termine.

 

La normativa ESG, perciò, interessa molteplici settori, dall’energia alla finanza, dall’agricoltura alla tecnologia. Le aziende che dimostrano un impegno concreto nei confronti dell’ambiente, della società e della governance sono considerate, infatti, più sicure e affidabili agli occhi degli investitori e dalle varie parti interessate.

 

Quali sono i punti di riferimento normativi per l’ESG?

I principali punti di riferimento normativi per l’ESG sono il Regolamento EU 2019/2088 del Parlamento e del Consiglio Europeo del 27 novembre 2019 su “Sustainability-related disclosures in the financial services sector” e il Final report dell’EBA su “Guidelines on loan origination and monitoring” del giugno 2020.

 

Il Regolamento 2088 ha l’obiettivo di regolamentare il reporting relativo ai temi della sostenibilità nei servizi finanziari e si applica in tutta l’area economica europea. L’UE adotta lo stesso approccio utilizzato per il GDPR, ovvero impone a tutti gli attori del settore finanziario che intendono offrire prodotti e servizi finanziari con la sigla ESG di conformarsi a questa normativa se vogliono operare sul territorio europeo.

 

Questa normativa è particolarmente importante perché il mercato UE è estremamente sensibile ai temi della sostenibilità e offre molte opportunità per investimenti sostenibili.

 
Normativa ESG
Il Regolamento 2088 ha l’obiettivo di regolamentare il reporting relativo ai temi della sostenibilità nei servizi finanziari e si applica in tutta l’area economica europea

Cosa prevede la normativa SFDR 

Il Regolamento UE 2019/2988 relativo alla sostenibilità dei servizi finanziari (SFDR) è stato ufficialmente attuato il 10 marzo 2021 dalla Commissione europea, diventando quindi operativo. La normativa si propone di migliorare la standardizzazione e l’ampliamento delle informazioni relative ai processi di investimento ESG al fine di facilitare la comparazione tra i diversi prodotti di investimento e consentire agli investitori di comprendere meglio il livello di sostenibilità di ciascuno di essi. 

 

In sintesi, la nuova normativa dovrebbe semplificare l’accesso alle informazioni riguardanti i prodotti di investimento ESG attualmente disponibili sul mercato.

 

Quali sono gli obiettivi del Regolamento EU 2019/2088

Il Regolamento UE 2019/2088 rappresenta il primo atto normativo europeo adottato nell’ambito del Piano d’azione per la finanza sostenibile. Il suo principale obiettivo è quello di introdurre una definizione condivisa della parola “sostenibilità” nel contesto degli investimenti finanziari, nonché di stabilire una serie di obblighi di trasparenza per le imprese che li gestiscono. 

 

In particolare, il regolamento mira ad ampliare e standardizzare le informazioni fornite agli investitori sui prodotti finanziari ESG. Essi sono prodotti di investimento che tengono conto degli aspetti di natura ambientale, sociale e di governance.

 

Grazie alle informazioni fornite dal regolamento, gli investitori dovrebbero essere in grado di comparare più facilmente diversi prodotti di investimento e di comprendere meglio il livello di sostenibilità di ciascuno di essi.

 

In ultima analisi, l’obiettivo della normativa è quello di tutelare gli interessi del cliente/cittadino richiedendo agli intermediari di valutare gli impatti dei Rischi di Sostenibilità sui prodotti venduti e/o raccomandati e di consentire ai clienti di comprendere meglio il livello di sostenibilità dei loro investimenti, oltre a conoscere le politiche in materia di Rischi di Sostenibilità adottate.

 

Cos’è la SFDR di II livello e cosa prevede

La SFDR di livello 2 è una normativa che introduce nuovi criteri di trasparenza per i prodotti finanziari sostenibili. Questi principi riguardano sia gli effetti negativi sui fattori di sostenibilità, sia le informative precontrattuali dettagliate sui prodotti finanziari.

 

L’obiettivo è quello di aumentare la trasparenza del mercato dei prodotti finanziari ESG e di contrastare il greenwashing, ovvero l’utilizzo improprio del termine “sostenibile”. In particolare, grazie alla dettagliata informativa precontrattuale, sarà più difficile presentare prodotti finanziari come sostenibili senza mettere in pratica politiche di investimento coerenti con gli obiettivi di sostenibilità prefissati.

 

Per i prodotti finanziari sostenibili, riconducibili agli Articoli 8 e 9, è obbligatoria la pubblicazione di informative precontrattuali e periodiche conformi a specifici standard univoci proposti dal legislatore europeo. Al loro interno, dovranno essere indicate informazioni rilevanti sulle politiche di investimento del prodotto, come la definizione degli eventuali obiettivi sostenibili, il contributo al loro raggiungimento, la percentuale di investimenti allineati alla tassonomia verde dell’UE, oltre alle azioni adottate allo scopo di raggiungere l’obiettivo di sostenibilità stabilito in precedenza.

 

Le principali sfide per le aziende

La SFDR di livello 2 impone un’informativa standardizzata e una maggiore responsabilità per i prodotti finanziari classificati come Articolo 8 e Articolo 9, in linea con gli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici delineati nel regolamento sulla tassonomia. Tuttavia, la mancanza di una definizione universale di ciò che viene considerato un “investimento sostenibile” e l’entrata in vigore non uniforme della regolamentazione stanno creando sfide di interpretazione e comparabilità delle informazioni fornite.

 

Secondo alcuni esperti, la sequenzialità dei prossimi appuntamenti normativi rappresenta la principale criticità. In base all’attuale normativa europea, le società non sono tenute a rendere pubblici i propri criteri ESG prima del 2024, mentre agli asset manager viene chiesto di misurare i propri investimenti in termini di impatti negativi a livello ESG, dichiarando una soglia minima di allineamento alla tassonomia e di investimenti sostenibili già nel corso del 2023.

 

Gli effetti della normativa ESG

La normativa ESG sta diventando sempre più importante nel mondo degli investimenti sostenibili. In particolare, le società di investimento e le banche stanno dando sempre più importanza ai fattori ESG nel momento in cui decidono in quali aziende o progetti investire. 

 

Questo ha portato a un aumento della richiesta di informazioni sui fattori ESG da parte degli investitori e ha spinto le aziende a rendere pubbliche le loro politiche, oltre che i loro obiettivi in materia di sostenibilità.

 

Vediamo, quindi, gli effetti che la normativa ESG sta avendo sul mercato degli investimenti e sull’economia in generale.

 

ESG e Finanza

La finanza sostenibile è un approccio che mira a creare valore economico nel lungo periodo attraverso l’integrazione di fattori ambientali, sociali ed etici nella gestione dei diversi portafogli.

 

L’obiettivo principale è quello di generare rendimenti positivi nel tempo, ma anche di ridurre i rischi legati all’impatto ambientale e sociale delle attività finanziarie. In questo modo si può contribuire alla creazione di un futuro più sostenibile per tutta la collettività.

 

Le politiche ESG possono essere applicate a diversi tipi di investimenti, come azioni, obbligazioni e fondi comuni. Gli investitori possono scegliere tra una vasta gamma di strumenti finanziari che offrono l’opportunità di generare rendimenti interessanti in linea con le proprie preferenze in termini di responsabilità sociale ed ecologica.

 

L’impatto dei criteri ESG sulle aziende

L’impatto dei criteri ESG sulle aziende è un tema di grande interesse per le imprese che vogliono investire nella sostenibilità. I principi ESG rappresentano un insieme di linee guida, i quali definiscono come le aziende possono gestire i loro processi in modo da ridurre al minimo il loro impatto ambientale e sociale.

 

Questi criteri sono diventati sempre più importanti nel corso degli anni, poiché offrono alle società una misura precisa delle loro performance ambientali, sociali ed economiche. 

 

Le aziende tech, in modo particolare ricoprono un ruolo importante nell’adozione dei criteri ESG, poiché possono contribuire alla creazione di soluzioni innovative che consentano di affrontare in modo più efficiente i problemi ambientali e sociali.

 
Normativa ESG
L’impatto dei criteri ESG sulle aziende è un tema di grande interesse per le imprese che vogliono investire nella sostenibilità

Quali sono le prospettive per l’Italia e per l’Europa?

Come già sottolineato, sia le aziende che gli investitori stanno diventando sempre più consapevoli del fatto che i fattori ESG potrebbero presto diventare obbligatori in diversi Paesi nel prossimo futuro. In questo contesto, è interessante analizzare la situazione attuale in Italia ed Europa e valutare quali sviluppi futuri ci si possa aspettare.

 

La normativa ESG in EU: cosa aspettarsi per il futuro

L’Unione Europea sta facendo grandi passi in avanti con l’obiettivo di sviluppare un quadro giuridico verso un’economia sostenibile. Lo scopo principale è combattere il cambiamento climatico e raggiungere l’emissione zero entro il 2050.

 

Attualmente, alcune grandi aziende sono già tenute a divulgare informazioni non finanziarie ai sensi della Direttiva sull’informativa non finanziaria dell’UE. Tuttavia, vi è stata un’evoluzione significativa con l’introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive, che estenderà i requisiti di rendicontazione a tutte le grandi aziende e alle società quotate all’interno dei mercati regolamentati.

 

Anche gli Stati Uniti stanno diventando maggiormente consapevoli dell’importanza dei criteri ESG, con ordini esecutivi e rapporti pubblicati sulla materia. A livello mondiale, quindi, si sta assistendo a un progresso verso l’adozione di standard più armonizzati per la rendicontazione ESG. In futuro, ci si può aspettare perciò un’omogeneizzazione delle informative ESG aziendali a livello internazionale.

 

La normativa ESG in Italia: cosa potrebbe accadere

La normativa ESG sta diventando sempre più importante anche in Italia. A partire dal 30 giugno 2023, infatti, le imprese del settore finanziario saranno tenute a rendere pubbliche le informazioni relative all’anno precedente, ossia il 2022.

 

Questa nuova normativa mira a fornire agli investitori informazioni sufficienti per prendere decisioni finanziarie consapevoli e sostenibili. Inoltre, mira a promuovere l’integrazione della sostenibilità nell’analisi e nella gestione dei rischi delle imprese finanziarie.

 

Le imprese finanziarie dovranno, quindi, fornire informazioni dettagliate su come i loro prodotti finanziari siano stati progettati per contribuire agli obiettivi di sostenibilità definiti dall’Unione Europea. Queste informazioni devono essere rese disponibili a tutti gli investitori in modo trasparente e comprensibile.

 

Cosa devono fare le aziende per adeguarsi ai criteri ESG?

Le aziende devono adottare una strategia ESG allo scopo di rispondere alle aspettative degli investitori e degli azionisti. Ciò aiuta le organizzazioni a raggiungere gli obiettivi finanziari, di efficienza e di crescita, nonché a migliorare l’ambiente in cui operano.

 

Tuttavia, non basta che una società abbia la volontà di diventare più responsabile; è necessario, a questo scopo, disporre di uno strumento per misurare e tracciare i progressi compiuti verso il raggiungimento di tali obiettivi.

 

Una strategia ESG fornisce alle organizzazioni un quadro di riferimento per valutare i progressi verso la sostenibilità e fornisce informazioni quantitative sul valore generato dai loro sforzi. Ciò permette all’azienda di mantenersi competitiva, allinearsi agli interessi degli stakeholder e prepararsi per il successo nel lungo periodo.

 

La valutazione dei rischi ESG

La valutazione dei rischi ESG è un processo che mira a identificare, misurare e gestire i rischi ambientali, sociali ed etici (ESG) associati a un’organizzazione. Questo procedimento si basa sull’analisi di materialità, che consiste nella selezione delle tematiche ESG più rilevanti per l’azienda in base alla sua attività e al contesto in cui opera.

 

L’obiettivo principale della valutazione dei rischi ESG è quello di fornire informazioni complete e aggiornate sulle performance ESG dell’azienda, nonché su eventuali potenziali impatti negativi o positivi che possono derivarne. La valutazione può essere effettuata utilizzando diversi strumenti come, ad esempio, il rating ESG.

 

Inoltre, la gestione dei rischi ESG richiede anche un monitoraggio costante delle prestazioni ambientali, sociali ed etiche dell’azienda. Le organizzazioni devono prendere provvedimenti al fine di mitigare i rischi rilevati e assicurarsi che le azioni intraprese siano adeguate alle circostanze specifiche.

 

La valutazione dei rischi ESG rappresenta, quindi, un processo complesso, ma fondamentale per garantire la sostenibilità a lungo termine di un’organizzazione. Una corretta gestione della sostenibilità consente alle aziende di contribuire alla creazione di valore condiviso nel tempo e di preservare il capitale naturale per le generazioni future.

 

L’importanza della formazione e della cultura aziendale

Un’azienda sostenibile richiede un impegno costante e una cultura aziendale solida che tenga in considerazione l’impatto delle proprie attività sull’ambiente, sulla società e sulla governance. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale che i dipendenti siano istruiti sui principi fondamentali dell’ESG e sulla loro applicazione pratica nell’ambiente aziendale.

 

In questo contesto, il percorso di formazione online offerto da Alteredu Corso Online ESG e Finanza Sostenibile in Aziende e Banche rappresenta un’opportunità preziosa per le organizzazioni che desiderano formare il proprio personale sui temi ESG. Il corso si concentra sulle problematiche ambientali, sociali e di governance, nonché sugli strumenti finanziari utilizzati per investire in aziende e progetti sostenibili.

 

Attraverso questo tipo di formazione, gli impiegati possono acquisire una migliore comprensione del significato di sostenibilità aziendale e di come la loro attività quotidiana possa contribuire a questo obiettivo. Una maggiore consapevolezza può aiutare le aziende ad adottare politiche più sostenibili, migliorare l’impatto sociale e ambientale delle proprie attività e, allo stesso tempo, fornire valore aggiunto ai propri investitori.

  

FAQ sulla Normativa ESG

Vediamo ora alcune domande frequenti che gli utenti si pongono spesso nel momento in cui cercano informazioni a riguardo della normativa ESG.

Qual è la normativa di riferimento per i servizi di investimento ESG?

La normativa di riferimento per i servizi di investimento ESG è rappresentata dal Regolamento delegato 2021/1253, che ha introdotto alcune modifiche al Regolamento delegato 2017/565 in merito ai requisiti organizzativi e alle condizioni di esercizio delle attività delle imprese di investimento. Tale regolamento costituisce il punto di riferimento per le società di investimento che desiderano offrire servizi ESG, indicando le procedure organizzative necessarie e le condizioni di esercizio delle attività nel campo degli investimenti sostenibili.

Quanti sono i principali corpi normativi in ambito ESG?

L’ambito ESG si basa su tre pilastri fondamentali: Environment (ambiente), Social (sociale) e Governance (amministrazione). Questi tre pilastri rappresentano i principali corpi normativi nel campo della sostenibilità, poiché perseguire la sostenibilità implica l’adozione di politiche che tengano conto degli impatti ambientali, sociali e amministrativi dell’attività aziendale.

Cosa prevede il regolamento SFDR?

Il termine SFDR è l’abbreviazione in lingua inglese del regolamento che riguarda la divulgazione di informazioni relative alla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari. Tale regolamento è stato introdotto nell’ambito del Piano d’azione dell’Unione Europea per favorire la finanza sostenibile. Esso prevede la divulgazione di informazioni specifiche sulle caratteristiche ESG dei prodotti finanziari, aiutando gli investitori a prendere decisioni più consapevoli e favorendo la trasparenza nel mercato finanziario.

Quanti sono i criteri ESG?

I criteri ESG sono classificati in tre categorie principali, ovvero ambientali, sociali e di governance. Tale suddivisione consente di valutare l’impatto dell’attività economica delle imprese su questi tre aspetti fondamentali, fornendo una panoramica completa e dettagliata della sostenibilità aziendale.

Che cos'è la certificazione ESG?

Il rating ESG, noto anche come rating di sostenibilità, rappresenta una valutazione globale della solidità di un’azienda, di un titolo o di un fondo in termini di performance ambientali, sociali e di governance. Tale giudizio sintetico fornisce una panoramica chiara e completa del livello di sostenibilità dell’emittente, aiutando gli investitori a prendere decisioni più consapevoli e favorendo la trasparenza nel mercato finanziario.

Quanti sono i pilastri ESG?

Il termine ESG rappresenta l’acronimo dei tre pilastri della sostenibilità, ovvero Environment (ambiente), Social (sociale) e Governance (amministrazione). Questi tre fattori costituiscono i principali indicatori per valutare, misurare e promuovere l’impegno delle imprese e delle organizzazioni in termini di sostenibilità. Tale approccio integrato consente di analizzare gli impatti ambientali, sociali e amministrativi dell’attività economica delle aziende, fornendo una visione d’insieme completa e dettagliata della loro solidità in termini di sostenibilità.


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