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come diventare amministratore di condominio

Cosa trovi in questo articolo

Come diventare amministratore di condominio: la guida completa

L’amministratore di un condominio è una posizione ambita ed infatti sono in molti ad informarsi su come diventare amministratore di condominio. Per riuscire ad ottenere questo incarico e a mantenerlo nel tempo è utile informarsi sui requisiti necessari, sulle doti caratteriali che un buon amministratore dovrebbe avere e su tutti i compiti che saranno assegnati a questa figura.
E’ utile anche informarsi sulla procedura che porta alla nomina dell’amministratore del condominio e sui corsi di formazione e di aggiornamento disponibili per tutti coloro che aspirano a lavorare come amministratori.
I riferimenti normativi in merito alla figura professionale dell’amministratore di condominio si trovano nel Codice Civile. E’ nel Codice Civile infatti che viene fornita una descrizione dettagliata di questa professione e che vengono indicati i requisiti, la procedura per la nomina, i doveri e le competenze dell’amministratore.
 

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L’amministratore deve avere capacità organizzative e di problem solving
 

I requisiti per diventare amministratore di condominio

A definire i requisiti per diventare amministratore di condominio è il Codice Civile e precisamente l’articolo 71bis. Secondo quanto stabilito da questo articolo, coloro che aspirano a ricoprire l’incarico di amministratore di un condominio devono necessariamente rispettare sette requisiti:

  • Devono avere il godimento dei diritti civili;
  • Non devono aver avuto in passato delle condanne per delitti contro la fede pubblica, la pubblica amministrazione, l’amministrazione della giustizia, il patrimonio o per un qualunque altro delitto avente per pena la reclusione di almeno due anni;
  • Non devono essere stati sottoposti a delle misure definitive di prevenzione, ad eccezione del caso in cui sia avvenuta la riabilitazione;
  • Non devono essere interdetti o inabilitati;
  • Non devono essere presenti nell’elenco dei protesti cambiari;
  • Devono aver ottenuto almeno il diploma di scuola secondaria di secondo grado;
  • Devono aver portato a termine uno specifico corso di formazione e devono impegnarsi nell’aggiornamento periodico.

Gli ultimi due requisiti non sono necessari nel caso in cui si scelga di eleggere l’amministratore di condominio tra i condòmini. I requisiti f e g non sono necessari anche nel caso in cui colui che si propone come amministratore abbia già svolto nei tre anni precedenti il ruolo di amministratore di condominio per almeno un anno. Del punto g viene meno l’obbligo di aver seguito un corso di formazione specifico, mentre resta in vigore l’obbligo dell’aggiornamento periodico.
I requisiti dalla a alla e sono invece sempre necessari e la perdita di uno o più di essi da parte di colui che ricopre l’incarico di amministratore porta alla revoca dell’amministratore di condominio. Chi otterrà questo ruolo dovrà dunque fare attenzione a non perdere i requisiti e soprattutto dovrà impegnarsi nell’aggiornamento periodico, la cui importanza viene fin troppo spesso sottostimata, nonostante questo stesso aggiornamento sia inserito tra i requisiti fondamentali di un amministratore di condominio.
L’incarico di amministratore può essere assegnato anche a delle società. In questo caso i soci illimitatamente responsabili, i dipendenti che avranno la funzione di svolgere il ruolo di amministratori e gli amministratori della società dovranno avere i requisiti che sono stati indicati in precedenza, pena l’esclusione dalla possibilità che la società venga nominata come amministratore del condominio.
 

Le doti caratteriali necessarie

Oltre ai requisiti che sono stati appena elencati e che sono chiaramente indicati dal Codice Civile, per diventare un buon amministratore di condominio è utile avere anche le doti caratteriali necessarie. A questa figura professionale vengono infatti date tante responsabilità ed il compito di prendere delle decisioni nell’interesse del condominio, anche nei frequenti casi in cui non tutti i condòmini dovessero essere d’accordo.
Un valido amministratore deve innanzitutto avere una buona capacità di organizzazione, necessaria per poter gestire al meglio i diversi impegni lavorativi e per garantire ai condòmini una efficiente amministrazione del condominio ed una rapida risoluzione dei problemi che potrebbero insorgere. A questo riguardo, una delle doti che vengono richieste agli amministratori dei condomini è la capacità di problem solving, necessaria per non farsi paralizzare da problemi imprevisti che nei condomini – soprattutto in quelli di grandi dimensioni – possono essere quasi all’ordine del giorno.
Tra le doti caratteriali necessarie non può ovviamente mancare la capacità relazionale: l’amministratore di condominio dovrà infatti tessere buoni rapporti con tutti i condòmini, essere in grado di ascoltare le loro richieste, di accogliere i loro consigli ed anche di tener conto delle loro critiche. Alla dote relazionale si deve affiancare la capacità di mediazione, che torna utile soprattutto durante le riunioni condominiali, situazioni in cui è frequente che si creino dei dibattiti molto accesi e che necessitano di essere sedati sul nascere.
 

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È possibile amministrare più condomini

Lavorare come amministratore di condominio

Chi sceglie di lavorare come amministratore di condominio decide di mettere a disposizione le sue doti e la sua professionalità per la gestione dei beni comuni. Gestire un condominio non è semplice, soprattutto al crescere del numero di cittadini che vi risiedono.
E’ frequente che insorgano dei problemi di gestione delle aree comuni e degli screzi tra i condòmini, situazioni che l’amministratore è chiamato a risolvere. Nel Codice Civile sono descritti gli ambiti di intervento dell’amministratore e come deve essere intesa la relazione tra questa figura professionale ed il condominio.
 

Cosa fa l’amministratore di condominio?

Per capire cosa fa l’amministratore di condominio bisogna analizzare i compiti che gli vengono assegnati. Questa figura professionale dovrà occuparsi di diverse attività, ecco perché si chiede di investire molto sulla formazione e sull’aggiornamento professionale continuo. Di seguito viene proposta una lista che raccoglie i principali compiti dell’amministratore di condominio:

  • Garantire il corretto utilizzo delle parti comuni del condominio, in modo che ciascuno dei condòmini possa usufruire in egual misura delle parti in comune.
  • Riscuotere le quote dei condòmini che dovranno essere utilizzate per tutti i lavori di manutenzione – sia ordinaria che straordinaria – e per garantire il corretto funzionamento delle parti comuni.
  • Occuparsi degli adempimenti fiscali, quindi nello specifico della certificazione unica ad inizio anno e della certificazione dei redditi dei sostituti d’imposta a metà anno.
  • Occuparsi del registro della contabilità e dunque della corretta annotazione delle entrate e delle uscite economiche, le quali dovranno essere inserite nel registro in ordine cronologico.
  • Occuparsi del regolamento condominiale, provvedendo alla sua stesura/modifica ed al controllo del rispetto dello stesso da parte dei condòmini.
  • Occuparsi dell’assemblea condominiale, impegnandosi a convocarla almeno una volta all’anno affinché i condòmini possano approvare il rendiconto condominiale.
  • Occuparsi del registro dei verbali di tutte le assemblee condominiali. Al registro dovrà anche essere allegato il regolamento del condominio, la cui stesura e/o modifica spetta sempre all’amministratore.
 

Quanto guadagna un amministratore di condominio?

Considerando l’amministrazione di un singolo condominio, lo stipendio dell’amministratore di condominio non è elevato. In media la retribuzione per ogni condominio amministrato è compresa nel range 100€ – 200€ lordi. Bisogna fare riferimento al range e non ad una cifra specifica perché la retribuzione varia in base al numero di condòmini e di appartamenti che vengono amministrati.
Sebbene il riscontro economico ad una prima analisi superficiale possa sembrare poco attraente, va tenuto conto del fatto che ad ogni professionista viene data la possibilità di amministrare più condomini. Lo stipendio può quindi crescere velocemente e raggiungere anche diverse migliaia di euro al mese per i professionisti di successo che gestiscono decidine di condomini.
Oltre al guadagno mensile è bene tenere conto anche dei costi da sostenere per svolgere questa professione. All’inizio bisogna iscriversi ad un corso di formazione professionale – come indicato dal requisito f nel Codice Civile – e poi ogni anno bisogna investire una minima parte del proprio guadagno nell’aggiornamento professionale.
Per l’iscrizione all’associazione di categoria – attualmente non esiste un albo – il costo è in media di 100€ – 200€ l’anno, mentre con una spesa media di 500€ si può acquistare la licenza di un valido software gestionale che diventa indispensabile soprattutto per gli amministratori che devono gestire un elevato numero di condomini.
 

E’ necessaria la partita iva per diventare amministratore di condominio?

Chi si prepara a ricoprire questo incarico si chiede se sia necessaria la partita iva per diventare amministratore di condominio. Stando a quanto affermato dalla normativa vigente, l’obbligo di essere titolari di una partita iva cambia a seconda del modo in cui si svolge il ruolo di amministratore.
Colui che ricopre il ruolo di amministratore di condominio senza mezzi organizzativi non è tenuto all’apertura della partita iva, la quale invece diventa obbligatoria se essere amministratori di condominio diventa un lavoro e se l’attività viene svolta in maniera organizzata.
Colui che si ritrova a gestire più condomini, utilizzando un software gestionale e dedicando gran parte del suo tempo al lavoro di amministrazione condominiale è dunque tenuto ad aprire la partita iva e a sottostare a tutti gli obblighi fiscali che sono previsti per un qualunque altro lavoro autonomo.
 

La nomina dell’amministratore di condominio

La nomina dell’amministratore di condominio non è sempre obbligatoria. La legge italiana prevede che i condomini con un numero massimo di otto unità abitative distinte possano anche scegliere di non nominare alcun amministratore, mentre l’assemblea dei condòmini dovrà obbligatoriamente scegliere un amministratore nei condomini con più di nove unità abitative.
L’articolo 1136 del Codice Civile dà informazioni in merito al quorum per la nomina dell’amministratore di condominio. Secondo quanto stabilito da questo articolo, affinché il candidato designato possa effettivamente ricoprire il ruolo è necessario che egli ottenga l’appoggio della maggioranza dei condòmini presenti all’assemblea, a patto che tale maggioranza rappresenti almeno 500 millesimi dell’edificio.
Nel caso in cui l’assemblea dei condòmini non sia in grado di giungere ad una decisione finale, la nomina dell’amministratore diventerà competenza del Presidente del Tribunale del luogo in cui l’immobile sorge. Il Presidente del Tribunale nominerà l’amministratore con un apposito decreto, al quale i condòmini potranno comunque opporsi facendo reclamo al Presidente della Corte d’Appello entro un tempo massimo di dieci giorni dalla notifica.
 

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La nomina dell’amministratore di condominio non è sempre obbligatoria
 

Formazione e aggiornamento per diventare un amministratore professionista

Se il proprio obiettivo è diventare un amministratore professionista è necessario investire del tempo in formazione ed aggiornamento professionali. Sia la formazione che l’aggiornamento rientrano tra i requisiti degli amministratori di condominio, inseriti al punto f dell’elenco mostrato nel Codice Civile.
Per l’aggiornamento professionale si può scegliere il Corso di aggiornamento amministratore di condominio proposto da Alteredu. Il corso si svolge online ed ha una durata di 15 ore: questo corso è consigliato a coloro che già ricoprono il ruolo di amministratori e che hanno bisogno di tenersi aggiornati sulle ultime novità del settore, per continuare a soddisfare i requisiti imposti dalla normativa in vigore in Italia.
 

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Corso per diventare amministratore di condominio: come sceglierlo

Chi si avvicina per la prima volta a questa professione è tenuto a completare un corso per diventare amministratore di condominio, requisito indispensabile per poter aspirare a ricoprire questo ruolo. L’obbligo decade solo nel caso in cui nei tre anni precedenti all’entrata in vigore della normativa sia stato svolto almeno un anno come amministratore di condominio.
La società Alteredu – società specializzata nell’erogazione di corsi di formazione ed aggiornamento professionali – propone il Corso amministratore di condominio, della durata complessiva di 72 ore. Suddiviso in due moduli, il corso offrirà a tutti gli studenti la possibilità di apprendere le nozioni fondamentali dell’amministrazione e della gestione condominiale e le informazioni necessarie per gestire le varie fattispecie contrattuali che potrebbero tornare utili in un contesto condominiale.
Il corso proposto da Alteredu si svolge interamente online e ciò semplifica la vita di coloro che intendono impegnarsi per diventare degli amministratori condominiali, ma al tempo stesso non hanno molto tempo a disposizione e devono gestire numerosi impegni quotidiani.
Al termine del corso lo studente sarà tenuto a completare un test finale per dar prova delle conoscenze apprese. Il superamento del test consentirà allo studente di richiedere l’attestato, che sarà accettato in Italia e potrà essere mostrato per dimostrare di avere le competenze per poter ricoprire questo ruolo di responsabilità.


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