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come creare una start up

Cosa trovi in questo articolo

Se stai pensando di creare una startup, hai davanti a te un’impresa eccitante e impegnativa. Ci sono molti elementi da considerare per intraprendere questo percorso: dalle idee di business alla ricerca dei finanziamenti, dal recruiting dei dipendenti alla definizione di una strategia di marketing efficace.

 

In questo articolo, esploreremo i passi essenziali per creare una startup di successo e ti daremo sette consigli pratici che potranno aiutarti in questo processo.

 

Perché vale la pena creare una startup quando si ha una buona idea

Creare una startup può essere un’esperienza incredibilmente gratificante per coloro che hanno una buona idea e vogliono portarla avanti nel suo sviluppo. Innanzitutto, le startup offrono la possibilità di realizzare il proprio sogno imprenditoriale e di avere un impatto significativo sul mondo che ci circonda. Se hai una buona idea, puoi creare una startup che risolva un problema esistente o che offra una soluzione innovativa a un particolare bisogno del mercato.

 

Inoltre, le startup possono essere altamente lucrative se gestite in modo efficace. Mentre ci sono molte sfide nel creare e far crescere una startup, c’è anche, infatti, un enorme potenziale di profitto. Le startup di successo possono attirare l’interesse degli investitori, ottenere finanziamenti e crescere rapidamente, portando a ricompense finanziarie significative per i loro fondatori.

 

In generale, creare una startup richiede una grande quantità di lavoro, tempo e risorse. Tuttavia, se sei disposto a dedicarti completamente al tuo sogno imprenditoriale, potresti scoprire che la creazione di una startup rappresenta un’esperienza incredibilmente gratificante e potenzialmente redditizia.

 

Cos’è una startup?

La legge italiana 221/2012, nota come “Decreto Crescita 2.0”, definisce le startup innovative come aziende che soddisfano i seguenti criteri: 

 
  • Sono costituite da zero o hanno meno di cinque anni;
  • Offrono prodotti o servizi ad alto valore tecnologico;
  • Presentano un contenuto altamente innovativo che si manifesta in un investimento significativo in ricerca e sviluppo (almeno il 15% del rapporto tra fatturato e costi annuali);
  • Impiegano una forza lavoro costituita da almeno un terzo di dottorandi o due terzi di soci o collaboratori con laurea magistrale, o che detengono un prodotto brevettato. 
 

Queste attività godono di agevolazioni fiscali e di maggiore flessibilità nella gestione dei dipendenti.

 

Tuttavia, la definizione di startup va oltre i criteri specificati dalla legge italiana. Una startup è caratterizzata, infatti, principalmente dall’innovazione, sia nel suo modello di business che nei prodotti o servizi offerti.

 
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Creare una startup richiede una grande quantità di lavoro, tempo e risorse

Quali sono i requisiti per aprirne una?

Per essere riconosciuta come startup e accedere ai benefici previsti dalla normativa, un’impresa deve soddisfare diversi requisiti. È importante accertarsi di essere in possesso di tali specifiche per poter iscriversi al Registro delle Imprese e usufruire degli incentivi a disposizione.

 

In particolare, una startup deve essere focalizzata sulla creazione di un prodotto o servizio innovativo e tecnologicamente avanzato. L’innovazione può riguardare il prodotto o servizio stesso, il suo metodo di produzione o commercializzazione.

 

In aggiunta a quanto sopra esposto, una giovane impresa deve rispettare alcuni requisiti per poter essere considerata una startup innovativa. Questi includono la costituzione da non oltre 5 anni dalla data di presentazione della domanda al Registro delle Imprese, lo svolgimento di attività d’impresa, la sede principale dei propri affari e interessi in Italia o in uno degli Stati membri dell’Unione Europea, e il valore totale della produzione annua che non deve superare i 5 milioni di euro a partire dal secondo anno di attività.

 

Inoltre, una startup innovativa non deve distribuire utili e non deve essere il risultato di una fusione o scissione societaria, né da una cessione di azienda o ramo di organizzazione.

 

Infine, deve soddisfare almeno uno dei seguenti requisiti: 

 
  • Avere spese di ricerca e sviluppo pari o superiori al 15% del maggiore valore tra costo e valore totale della startup innovativa, 
  • Impiegare personale con laurea magistrale in percentuale superiore ai due terzi o dottori di ricerca o dottorandi in percentuale superiore al terzo, o essere titolare o licenziataria di almeno una privativa industriale relativa a un’invenzione industriale, biotecnologica, topografia di prodotto a semiconduttori o nuova varietà vegetale, o essere titolare dei diritti di un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore.
 

I 12 passi fondamentali per creare una startup

Creare una startup può sembrare un’impresa complessa e ardua, ma con i giusti strumenti e una pianificazione accurata, è possibile realizzare il proprio sogno imprenditoriale.

 

In questa parte di articolo, esploreremo i 12 passi fondamentali per creare una startup di successo, dalla scelta dell’idea imprenditoriale alla messa in pratica del business plan. Seguire questi passaggi può aiutare a minimizzare i rischi e massimizzare le opportunità di successo per la tua startup.

 

1 – Trovare la giusta idea di business: da dove partire

Spesso, coloro che desiderano avviare una startup hanno già un’idea innovativa da sviluppare, ma devono comunque perfezionarla e validarla prima di lanciare l’attività.

 

Tuttavia, molte persone hanno idee confuse o incerte su come definire la propria idea di business. In questi casi, è importante cercare di individuare un problema del mercato e trovare una soluzione innovativa e sostenibile al fine di risolverlo.

 

È bene ricordare che non è necessario avere un’idea rivoluzionaria, ma una buona idea di business che possa generare un fatturato in crescita continua. È fondamentale sviluppare un’idea unica e di valore, ma anche ascoltare i feedback dei potenziali utenti in ogni fase dello sviluppo.

 

Tuttavia, l’idea di per sé non è sufficiente per creare una startup di successo, poiché molte altre variabili, come il mercato, i clienti, la gestione dei processi e i finanziamenti, incidono sulla sua realizzazione.

 

2 – La validazione dell’idea e la scelta di un business model

Molti imprenditori alle prime armi commettono l’errore di iniziare subito a sviluppare il proprio prodotto dopo aver avuto un’idea. Tuttavia, il lavoro sul prodotto dovrebbe essere l’ultimo step nella fase di avvio di una startup.

 

Innanzitutto, è importante validare l’idea di business, ovvero capire se esiste una domanda sufficiente da parte del mercato per il prodotto o servizio che si intende offrire e se l’idea può diventare un’impresa profittevole che attiri gli investitori.

 

Ci sono diversi modi per validare l’idea di business, come ad esempio utilizzare la Javelin Board, che aiuta ad analizzare il problema, i clienti e l’idea come soluzione.

 

In seguito, bisogna individuare gli early adopters, ovvero i primi clienti, e raccogliere i loro feedback tramite interviste o sondaggi.

 

La raccolta di feedback è fondamentale per evitare di investire risorse in un’idea che potrebbe rivelarsi inutile per il grande pubblico. Utilizzando la metodologia Lean, bisogna valutare i feedback raccolti, positivi o negativi che siano, per capire come migliorare l’idea di business.

 

Una volta validata l’idea alla base della creazione della startup, si può passare a creare un business model che descriva le attività della startup e come sia in grado di produrre valore. Il Business Model Canvas è uno strumento molto utilizzato per questo scopo, poiché fornisce una visione chiara dei punti di forza e debolezza di un business.

 

Esso si compone di diverse sezioni, tra cui i segmenti di clientela, la proposta di valore del prodotto o servizio, i canali di vendita, le relazioni con il cliente, i ricavi generati, le risorse chiave, le attività principali, i partner strategici e la struttura dei costi.

 

3 – L’importanza delle analisi di mercato e dei competitor

Il passo successivo dopo aver validato l’idea di business è quello di svolgere un’analisi di mercato. Questo è un momento cruciale nell’avvio di una startup poiché consente di comprendere le dimensioni del mercato, le sue potenzialità e se ci sono già altri competitor che offrono lo stesso servizio o prodotto.

 

L’analisi dei competitor è, infatti, una parte essenziale dell’analisi di mercato e deve essere effettuata con la massima attenzione. Dovremo prendere in considerazione diverse caratteristiche dei nostri possibili rivali come la loro presenza sui social, il traffico sul loro sito web, il fatturato, i prezzi, le caratteristiche dei loro prodotti o servizi e la loro strategia di comunicazione.

 

Dopo aver individuato e analizzato i nostri concorrenti, sarà necessario effettuare un’analisi del mercato utilizzando il metodo del Tam Sam Som. Questo strumento ci aiuta a comprendere le dimensioni del mercato, le potenzialità del nostro business e il numero di potenziali clienti.

 

La validazione del mercato è essenziale per capire se ci sono abbastanza persone interessate al nostro prodotto o servizio e se il nostro business model può essere scalabile in termini di clientela, prodotto e canali di distribuzione.

 
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L’analisi dei competitor è una parte essenziale dell’analisi di mercato e deve essere effettuata con la massima attenzione

4 – La customer analysis

La customer analysis, ovvero l’analisi della clientela, è un altro aspetto fondamentale per la nascita e la crescita di una startup. Capire chi sono i nostri clienti ideali, le loro abitudini di acquisto, i loro bisogni e le loro aspettative è essenziale per creare un prodotto o servizio che risponda pienamente alle loro esigenze.

 

Il primo passo per condurre una customer analysis è quello di identificare il nostro target di riferimento, ovvero il gruppo di persone che potrebbe essere interessato al nostro prodotto o servizio. Questo può essere fatto attraverso l’analisi dei dati demografici, socio-economici e comportamentali dei nostri potenziali clienti.

 

Successivamente, è necessario approfondire la conoscenza del nostro target di riferimento attraverso ricerche di mercato e sondaggi. In questo modo, possiamo ottenere informazioni utili sulla loro percezione del nostro prodotto o servizio, sulle loro abitudini di acquisto e sui loro bisogni non soddisfatti.

 

Un’altra strategia efficace per comprendere meglio i nostri clienti è quella di creare dei buyer persona, ovvero dei profili fittizi che rappresentano i nostri clienti ideali. Questi profili includono informazioni dettagliate sui nostri clienti, come l’età, il genere, l’istruzione, la professione, i loro hobby e interessi, e così via.

 

Una volta ottenute queste informazioni, possiamo utilizzarle per la creazione di un prodotto o servizio che soddisfi le esigenze dei nostri clienti e allo scopo di creare una strategia di marketing mirata.

 

5 – La scelta del tipo di leadership e la creazione del team di management

La scelta del tipo di leadership e la creazione del team di management sono ulteriori due passi fondamentali per la creazione di una startup di successo.

 

Il team di management deve essere composto da professionisti altamente qualificati e competenti, in grado di portare avanti le diverse attività dell’azienda. Oltre alle competenze tecniche, è importante valutare anche le soft skills dei membri del team, in particolare la capacità di lavorare in gruppo, la comunicazione efficace e la flessibilità.

 

Per selezionare il team di management ideale, è necessario saper valutare le diverse competenze e abilità di ogni membro, in modo da poter creare un gruppo omogeneo e altamente collaborativo.

 

Inoltre, è importante che il team di management sia guidato da un leader carismatico e capace di ispirare gli altri membri del team. La scelta del tipo di leadership rappresenta, quindi, una questione molto delicata, in quanto dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di business e il contesto in cui la startup andrà ad operare.

 

Per questo motivo, è consigliabile seguire un corso di leadership aziendale e professionale, in modo da acquisire le competenze e le conoscenze necessarie per scegliere il tipo di leadership più adatto alla propria startup e per gestire efficacemente il team di management.

 

In particolare, un corso di leadership aziendale e professionale può aiutare a sviluppare le capacità di comunicazione, di problem solving, di delega delle attività e di motivazione del team. Inoltre, può fornire gli strumenti necessari per gestire le sfide e le opportunità del mercato in cui la startup opera, per individuare le opportunità di crescita e per migliorare il posizionamento all’interno del settore di operatività.

   

6 – La redazione di un Business Plan: perché serve

La redazione di un business plan è una fase cruciale per qualsiasi startup, in quanto permette di avere una visione chiara e dettagliata del progetto imprenditoriale e di definire i punti chiave del proprio business. Un business plan ben strutturato consente di analizzare le potenzialità del progetto, di individuare i rischi e le opportunità, e di avere un piano d’azione concreto per la sua realizzazione.

 

Il business plan serve anche a presentare il progetto agli investitori e ai finanziatori, dimostrando che la startup abbia un’idea solida e ben definita, che i rischi siano stati analizzati e mitigati, oltre che il team sia in possesso delle competenze necessarie per portare avanti il progetto.

 

Inoltre, la redazione del business plan aiuta gli imprenditori a mettere in chiaro le proprie idee, ad organizzare le informazioni e a strutturare un piano di azione efficace per la realizzazione del progetto. Si tratta, quindi, di un documento dinamico che deve essere aggiornato costantemente, tenendo conto delle evoluzioni del mercato e del progetto stesso.

 

Un buon business plan deve contenere almeno le seguenti sezioni:

 
  • Executive Summary: una sintesi del progetto e delle sue potenzialità;
  • Descrizione dell’idea di business e del modello di business;
  • Analisi del mercato e dei competitor;
  • Analisi dei rischi e delle opportunità;
  • Descrizione dei prodotti/servizi e della strategia di marketing;
  • Piano operativo e finanziario.
 

7 – La scelta della forma giuridica ottimale per la startup

Nella costituzione di una startup, uno dei primi passaggi fondamentali è quello di scegliere la forma giuridica adatta alle proprie esigenze. In Italia, le forme di società di capitali più diffuse per le startup sono la SRLS e la SRL Startup Innovativa, che offrono uno statuto flessibile e sono adatte a chi dispone di pochi capitali. Tuttavia, è consigliabile non costituire la società immediatamente, ma attendere il momento in cui si inizia a fatturare o si ricevono investimenti.

 

Oltre alla scelta della tipologia di società, vi sono anche altri aspetti legali da considerare, come il nome commerciale, la registrazione dell’attività presso la Camera di Commercio, la registrazione della Partita Iva, eventuali brevetti, marchi e copyright, l’acquisto delle licenze e, infine, i contratti.

 

È possibile costituire la startup sia tramite un notaio, redigendo l’atto costitutivo e lo statuto, che online, attraverso il servizio messo a disposizione dalla Camera di Commercio. Tuttavia, dal 29 marzo 2021 non è più possibile costituire le startup mediante procedura online.

 

Anche se la costituzione online offre costi inferiori e una domanda gratuita, è importante considerare che ci si dovrà attenere a uno statuto standard che potrebbe non soddisfare tutte le esigenze della propria startup. Inoltre, il processo potrebbe risultare complesso senza una consulenza esperta, in quanto richiede informazioni tecniche specifiche. Pertanto, è importante considerare attentamente la scelta della forma giuridica più adatta alle proprie esigenze e farsi consigliare da esperti del settore.

 

8 – L’iscrizione al Registro delle Imprese

L’iscrizione al Registro delle Imprese è uno step fondamentale nella costituzione di una startup, in particolare per quelle che si qualificano come “startup innovative”. Infatti, queste imprese devono iscriversi ad una sezione speciale del Registro delle Imprese, tenuto dalla Camera di Commercio, al fine di poter accedere ai vantaggi e alle agevolazioni previsti per questa tipologia di nuove imprese.

 

L’iscrizione al registro è una procedura pubblica che consente di accedere a informazioni sulle startup attualmente esistenti ed operanti, oltre a comprendere il loro funzionamento. Questo può essere uno strumento molto importante, in quanto consente di attirare anche l’interesse di eventuali investitori e, di conseguenza, nuovi capitali per lo sviluppo dell’impresa.

 

È importante sottolineare che l’iscrizione al Registro delle Imprese è obbligatoria per tutte le imprese, comprese le startup innovative, e che questa iscrizione deve essere effettuata entro 30 giorni dalla costituzione dell’impresa stessa

 

Inoltre, è bene tenere presente che la mancata iscrizione può comportare sanzioni e impedimenti nella partecipazione a bandi e concorsi pubblici, oltre che alla perdita dei benefici e delle agevolazioni riservati alle startup innovative.

 
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L’iscrizione al Registro delle Imprese è obbligatoria e deve essere effettuata entro 30 giorni dalla costituzione dell’impresa

9 – Il fundraising e la ricerca degli investitori

Molte persone si domandano se sia possibile creare una startup senza disponibilità di capitali. In realtà, esistono diversi modi per finanziare la propria attività imprenditoriale, oltre al ricorso ai propri fondi personali.

 

Il fabbisogno di capitali rappresenta una costante in tutte le fasi di una startup, dall’avvio alla validazione, passando per lo sviluppo. La ricerca di finanziamenti risulta particolarmente complessa nella fase iniziale, nota come early stage, in cui i costi non sono ancora coperti dai ricavi in quanto non è ancora stato sviluppato un prodotto e, di conseguenza, un modello di business sostenibile che possa garantire delle entrate.

 

Esistono varie opzioni per finanziare una startup, tra cui l’utilizzo di agevolazioni finanziarie o l’apporto di capitali da parte di investitori terzi. Tuttavia, alcune soluzioni potrebbero essere più o meno indicate a seconda della fase in cui la startup si trova e delle necessità che essa ha in quel momento. Di seguito, approfondiremo i principali metodi di finanziamento.

 

9.1 – Cos’è il bootstrapping?

L’autofinanziamento tramite i propri risparmi, noto come “bootstrapping”, rappresenta il primo modo per finanziare una startup, soprattutto durante le prime fasi della sua vita. In questi momenti, infatti, può essere difficile trovare investitori disposti a puntare su un progetto non ancora avviato e quindi ad alto rischio.

 

Il termine “bootstrapping” si riferisce al fatto che il fondatore della startup deve tirare su le maniche e trovare il modo di autofinanziare l’azienda, senza cercare aiuto finanziario esterno. In questo modo, il founder può mantenere un controllo maggiore sulla gestione della startup e sulla sua proprietà.

 

9.2 – Crowdfunding e startup: è una buona soluzione?

Il crowdfunding rappresenta un metodo di finanziamento che consiste nella raccolta di denaro attraverso campagne di raccolta fondi, che di solito avvengono su piattaforme online specializzate in equity crowdfunding. In questo modo, molte persone possono investire piccole somme di denaro in cambio di quote della startup o di una ricompensa mediante altre modalità (ad esempio, dei gadget personalizzati).

 

Solitamente, i partecipanti a queste campagne sono piccoli investitori o appassionati del progetto che intendono sostenere un’idea innovativa.

 

9.3 – Gli acceleratori di startup: cosa sono?

Gli acceleratori di startup sono organizzazioni che offrono supporto e risorse per la crescita e il successo delle startup. Esse possono essere pubbliche o private e costruiscono programmi di accelerazione su misura per le giovani aziende innovative.

 

L’obiettivo degli acceleratori è quello di fornire alle startup gli strumenti necessari per raggiungere rapidamente determinati obiettivi strategici, i quali sono spesso cruciali per il successo complessivo dell’idea imprenditoriale.

 

Durante il percorso di accelerazione, le imprese hanno accesso a risorse come mentorship, finanziamenti, consulenza legale e fiscale, spazio ufficio, connessioni di networking e altro ancora. In cambio di questi servizi, le startup di solito pagano con quote di capitale azionario o azioni di minoranza, la cui percentuale cambia in base al valore della startup sul mercato.

 

Alcuni acceleratori offrono anche una formula particolare chiamata “work for equity”, in cui non viene richiesto alcun pagamento fino a quando la startup non abbia acquisito valore sul mercato e si sia stabilizzata.

 

9.5 – Cosa sono gli incubatori di startup e come funzionano

Gli incubatori di startup sono organizzazioni che si dedicano ad accompagnare le startup nel loro percorso di crescita e sviluppo. Offrono un insieme di servizi e risorse mirati a supportare gli imprenditori nella realizzazione del loro progetto.

 

Tra i servizi offerti dagli incubatori di startup, troviamo ad esempio la formazione, l’assistenza amministrativa, la consulenza legale e fiscale, l’accesso ai finanziamenti e molto altro ancora. Inoltre, gli incubatori mettono a disposizione degli startup anche spazi di lavoro condivisi, dove gli imprenditori possono incontrarsi, scambiarsi idee e fare networking con altri professionisti del settore.

 

L’obiettivo principale degli incubatori di startup è quello di fornire alle giovani imprese le competenze e le risorse necessarie per far crescere il loro business e trasformare l’idea in un progetto sostenibile. In questo modo, gli startup possono evitare molti degli errori comuni nella fase di avvio e sviluppo dell’azienda, ed essere in grado di affrontare le sfide che si presentano nel corso del tempo.

 

9.6 – Venture capital: vantaggi e svantaggi di questa soluzione

Il Venture Capital può essere una soluzione importante per finanziare una startup, poiché offre capitali ingenti, esperienza, competenze e accesso a una rete di contatti. Tuttavia, bisogna anche tenere in considerazione gli svantaggi legati a questa forma di finanziamento.

 

Innanzitutto, il Venture Capital comporta la perdita di una parte del controllo decisionale della startup, in quanto il venture capitalist diventa un socio effettivo della società, con il diritto di voto nelle decisioni strategiche. Inoltre, il venture capitalist ha un orizzonte temporale d’investimento, spesso limitato a pochi anni, e quindi è interessato a uscire dal progetto nel minor tempo possibile, anche a discapito della strategia di lungo termine della startup.

 

Un altro punto da tenere in considerazione è la valutazione dell’azienda. Il venture capitalist infatti, richiederà una percentuale significativa di proprietà della società in cambio del suo investimento, valutando l’idea e il team dietro il progetto. Inoltre, è importante ricordare che il Venture Capital è rivolto principalmente alle startup che sono già in un’ottima posizione di mercato, e quindi, può essere difficile ottenere questo tipo di finanziamento nelle fasi iniziali del progetto.

 

Infine, bisogna tenere in considerazione il rischio di fallimento dell’azienda. Nel caso in cui la startup non riesca a raggiungere i risultati previsti, il Venture Capital diventa un debito che deve essere rimborsato, anche se l’azienda non ha generato abbastanza ricavi per farlo. In questo caso, tale tipologia di finanziamento può portare a una situazione di insolvenza per la startup, con conseguenze negative sia per i fondatori che per i venture capitalist stessi.

 

9.7 – Farsi finanziare da un business angel: pro e contro

I business angel, o angel investor, sono persone fisiche con esperienza imprenditoriale o manageriale che investono denaro in startup in cambio di quote azionarie di minoranza. Questo tipo di finanziamento ha sia vantaggi che svantaggi.

 

Tra i vantaggi, si può citare il fatto che i business angel sono spesso esperti del settore in cui operano le startup che finanziano, e possono quindi fornire consulenza e supporto strategico oltre al capitale. Inoltre, a differenza di altre forme di finanziamento, come il venture capital, i business angel non richiedono la cessione di una quota significativa della società, mantenendo così la libertà decisionale dei founder. Inoltre, il rapporto tra gli investitori e i fondatori può essere più diretto e meno burocratico.

 

Per quanto riguarda gli svantaggi, invece, si può citare il fatto che i business angel investono in genere importi più ridotti rispetto ai venture capitalist, e quindi possono non essere in grado di fornire la liquidità necessaria in caso di necessità. Inoltre, il coinvolgimento dei business angel può essere limitato nel tempo e non garantire il supporto continuo della startup. Infine, l’esperienza dei business angel può non essere sufficiente a coprire tutti gli aspetti del business, come ad esempio la parte tecnica.

 

9.8 – Chiedere un prestito a una banca per aprire una startup

I prestiti bancari rappresentano un’opzione di finanziamento per le startup che intendono avviare o espandere la propria attività. Tuttavia, ottenere un prestito bancario può risultare complesso per una startup senza una storia redditizia o senza un patrimonio di garanzia sufficiente.

 

In genere, le banche richiedono una solida documentazione per la valutazione della fattibilità del progetto, del piano di business e della sostenibilità economica dell’idea imprenditoriale. Inoltre, spesso richiedono la presentazione di un piano finanziario dettagliato e un’analisi dei rischi associati alla startup.

 

È possibile ottenere prestiti bancari tramite fondi di garanzia governativi, che offrono una protezione alle banche in caso di mancato pagamento del prestito da parte della startup. Questo può rappresentare un incentivo per le banche ad accettare di concedere il prestito, ma comunque la startup deve dimostrare la propria affidabilità e la sostenibilità economica del progetto.

 

Inoltre, è importante tenere in considerazione che i prestiti bancari comportano l’obbligo di restituzione del capitale più gli interessi, il che significa che la startup dovrà far fronte a un debito nei confronti della banca. Questo può influire sulla stabilità finanziaria e sulla liquidità dell’azienda, soprattutto nelle fasi iniziali in cui la startup non ha ancora raggiunto il break-even point.

 

9.9 – I bandi pubblici per ottenere finanziamenti e la finanza agevolata

La finanza agevolata ed i bandi pubblici sono strumenti che possono essere utilizzati dalle startup per finanziarsi. Si tratta di misure previste da diverse istituzioni pubbliche, in particolare dalle Regioni, volte a sostenere l’ecosistema delle startup. Questi finanziamenti possono essere erogati sotto forma di contributi a fondo perduto per startup o prestiti agevolati per il finanziamento di diverse attività legate all’impresa.

 

Le agevolazioni possono essere concesse per diversi motivi, come la creazione di nuove imprese, la promozione dell’innovazione, la ricerca e sviluppo, l’occupazione giovanile e femminile, la riqualificazione urbana, l’ambiente e l’energia. In genere, esse sono rivolte a startup che operano in settori considerati prioritari dalle istituzioni pubbliche.

 

Per accedere ai finanziamenti agevolati, le startup devono presentare un progetto dettagliato che dimostri la fattibilità e la sostenibilità dell’impresa. Inoltre, devono dimostrare di avere le competenze e le risorse necessarie per realizzare il progetto.

 

I bandi pubblici rappresentano un’opportunità per le startup di ottenere finanziamenti senza dover affrontare la complessità del sistema bancario. Tuttavia, la partecipazione ai bandi pubblici richiede tempo e risorse, in quanto è necessario compilare una serie di documenti e rispettare precisi termini di presentazione delle domande.

 

10 – La realizzazione di un Minimum Viable Product (MVP)

Realizzare un Minimum Viable Product (MVP) è una fase cruciale nella creazione di una startup. L’MVP rappresenta una versione base del prodotto o servizio, che include le caratteristiche essenziali, ma non è ancora sviluppato nei minimi dettagli. Il suo obiettivo principale è quello di testare l’idea, raccogliere i feedback degli utenti e individuare eventuali problemi o miglioramenti necessari.

 

Per creare un MVP, è possibile effettuare uno smoke test, che consiste nell’effettuare una campagna pubblicitaria o promozionale su un campione di utenti, per valutare l’interesse suscitato dal prodotto. Tuttavia, il modo più comune per realizzare un MVP è quello di creare un prototipo funzionante, che possa essere utilizzato dai primi utenti.

 

Una volta creato l’MVP, è possibile testarlo sul mercato, utilizzando la metodologia di Lean Startup, che prevede la raccolta dei feedback degli early adopters. Gli early adopters sono utenti precoci che hanno un forte interesse per il prodotto o servizio offerto dalla startup, e che sono disposti a utilizzare la versione base dell’MVP per testarlo e fornire feedback.

 

La raccolta dei feedback degli utenti è una fase fondamentale nella creazione dell’MVP, in quanto consente di individuare eventuali problemi o miglioramenti necessari. Questi feedback possono essere gestiti attraverso appositi strumenti, come ad esempio i social network, o attraverso questionari e interviste.

 

Una volta raccolti i feedback, è possibile utilizzarli per migliorare e adattare il prodotto alle esigenze dei propri utenti, attraverso il cosiddetto processo di pivoting. Il pivoting prevede la modifica dell’idea iniziale, in modo da rispondere alle esigenze espresse dagli utenti e migliorare il prodotto.

 

11 – L’inizio dello sviluppo del vero e proprio prodotto o servizio venduto

Dopo aver testato e sperimentato la propria idea con l’MVP, è giunto il momento di dedicarsi allo sviluppo del prodotto o servizio vero e proprio. Questa fase richiede un grande impegno e risorse, ma è fondamentale per la crescita della startup.

 

La creazione del prodotto o servizio richiede una collaborazione attiva tra diverse figure professionali, come designer, sviluppatori, esperti di marketing e vendita, e altri ancora. È importante che l’imprenditore mantenga il controllo del processo di produzione e che partecipi attivamente alle scelte strategiche.

 

Inoltre, come in ogni fase della creazione di una startup, è fondamentale tenere sotto controllo i costi. Lo sviluppo del prodotto o servizio deve essere gestito in modo oculato, per evitare di superare il budget previsto. È importante ottimizzare il processo di produzione, eliminando eventuali sprechi e ottimizzando le risorse a disposizione.

 

12 – La creazione del piano di marketing per iniziare a vendere

Dopo aver completato la fase di sviluppo del prodotto o servizio, è giunto il momento di concentrarsi sulla vendita. Per farlo è necessario creare un piano di marketing solido e ben strutturato. Il piano di marketing deve definire gli obiettivi e le strategie che la startup intende utilizzare per raggiungerli.

 

Inizialmente, la startup dovrebbe concentrarsi sulla promozione del prodotto o servizio in determinate aree del mercato selezionate. Questo approccio permette di raccogliere ulteriori feedback e di testare la scalabilità del modello di business. Inoltre, permette di acquisire i primi clienti, che saranno fondamentali per il successo della startup.

 

Una volta che la startup ha acquisito una base di clienti soddisfatti, è possibile concentrarsi sulla crescita del business. Il marketing deve essere mirato e basato sui risultati delle attività sperimentali e sulle analisi dei dati raccolti. In particolare, è importante migliorare costantemente la comunicazione e la user experience, al fine di soddisfare le esigenze dei clienti.

 

La fase di customer validation è fondamentale per il successo della startup. Il feedback dei clienti deve essere utilizzato per migliorare il prodotto e i servizi offerti. La startup deve continuamente sperimentare, imparare e prototipizzare ancora e ancora, fino ad avere un prodotto che soddisfi a pieno i clienti.

 

Inoltre, la startup deve mantenere un legame costante con i propri clienti. La fidelizzazione dei clienti è un fattore chiave per la crescita del business. La startup deve quindi offrire un’esperienza eccellente ai propri clienti e creare un rapporto di fiducia con loro.

 
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Una volta che la startup ha acquisito una base di clienti soddisfatti, è possibile concentrarsi sulla crescita del business

7 consigli per creare una startup di successo

Ecco alcune strategie e consigli che possono aiutare gli imprenditori a massimizzare le loro possibilità di successo nella creazione di una startup.

 

1 – Trova una soluzione a un reale bisogno dei consumatori

Il primo consiglio per creare una startup di successo è quello di rispondere a una reale esigenza di mercato. Ciò significa che bisogna partire da una valida analisi dei bisogni del consumatore, per creare un prodotto o servizio che risolva un problema reale.

 

Secondo statistiche recenti, la maggior parte delle startup che non effettuano una valida validazione di mercato fallisce nel 95% dei casi. Per evitare questo, è importante utilizzare metodologie specifiche, come quelle proposte in libri come The Mom Test, Build the Right It e Lean Startup, che offrono strumenti per effettuare test attendibili.

 

Inoltre, l’utilizzo di uno startup studio può essere utile per concentrarsi sulla costruzione di un MVP solo dopo aver validato l’idea generata dallo studio stesso.

 

2 – Metti insieme il miglior team possibile

Uno degli elementi chiave per la creazione di una startup di successo è sicuramente la formazione del team giusto. Ogni componente deve avere competenze complementari e una forte motivazione a raggiungere gli obiettivi comuni.

 

Infatti, un team con le giuste competenze può fare la differenza tra il successo e il fallimento di una startup. Si tratta di una scelta cruciale che non va presa alla leggera. Gli imprenditori devono prendere in considerazione non solo le competenze tecniche, ma anche le soft skills, come la capacità di lavorare in team, la resilienza e la flessibilità.

 

3 – Analizza bene il mercato e fare delle scelte basate sui dati

Per creare una startup di successo, è fondamentale analizzare i trend di mercato e basarsi sui dati per fare delle scelte informate. Questo significa eseguire una profonda analisi delle tendenze del mercato e identificare le idee vincenti su cui focalizzare le risorse.

 

Questo processo di analisi è essenziale per intercettare i trend a più alto valore aggiunto e per evitare di investire in idee che non sono sostenibili nel lungo periodo. Inoltre, analizzare i dati in modo accurato può aiutare a identificare potenziali clienti, a comprendere meglio i loro bisogni e a sviluppare prodotti e servizi in grado di soddisfarli.

 

4 – Studia sempre i feedback per sviluppare prodotti o servizi di successo

Utilizzando i feedback raccolti, gli imprenditori possono ottenere una comprensione più accurata delle esigenze dei clienti e utilizzare queste informazioni per sviluppare prodotti e servizi migliori.

 

Per raccogliere opinioni utili, è importante mantenere una comunicazione costante con i clienti e incentivare le loro opinioni e idee. Ci sono diverse tecniche di raccolta di feedback, come i sondaggi, i test di usabilità e i focus group.

 

Una volta raccolti i feedback, è importante analizzarli attentamente per individuare le aree di miglioramento e le opportunità di sviluppo. Questi dati possono essere utilizzati per apportare modifiche ai prodotti o servizi esistenti o per sviluppare nuove idee e innovazioni.

 

5 – Non sottovalutare il timing delle tue scelte e la gestione del tempo

Per una startup, il timing è un aspetto fondamentale: fare la scelta giusta al momento giusto può fare la differenza tra il successo e il fallimento. Inoltre, gestire il proprio tempo in modo efficace è essenziale per poter affrontare tutte le sfide che si presentano quotidianamente.

 

Per questo motivo, consigliamo il Corso Online di Gestione d’Impresa e Comunicazione, un corso completo e pratico che offre gli strumenti necessari per gestire al meglio il proprio tempo, prendere decisioni informate e sviluppare una strategia di comunicazione efficace per la propria startup.

   

6 – Ottieni delle solide conoscenze di base per effettuare scelte consapevoli

Per avviare una startup di successo è importante acquisire delle solide conoscenze di base in diversi ambiti, come la gestione dell’impresa, il marketing, la finanza e la comunicazione. Questo consente di effettuare scelte consapevoli, basate su una visione a 360 gradi del business.

 

Per acquisire queste competenze, esistono diverse opzioni, tra cui la frequentazione di corsi universitari o l’iscrizione a programmi di accelerazione per startup. Inoltre, è possibile sfruttare le risorse online, come i numerosi corsi e webinar disponibili, tra cui il Corso Online di Gestione d’Impresa e Comunicazione per Startup.

   

7 – Cura sempre la comunicazione e lo storytelling della tua startup

Uno degli aspetti più importanti per il successo di una startup è la capacità di comunicare efficacemente la propria idea e il proprio prodotto ai potenziali clienti e investitori. Per questo motivo, è fondamentale dedicare tempo e risorse alla creazione di una strategia di comunicazione e di uno storytelling coinvolgente.

 

Innanzitutto, è importante identificare i canali di comunicazione più adatti per la propria startup e per il proprio pubblico di riferimento. Ciò significa che occorre capire quali sono i social media o le piattaforme online più frequentate dai propri potenziali clienti e investitori, e creare dei contenuti ad hoc per questi canali.

 

Inoltre, è essenziale sviluppare uno storytelling coinvolgente che riesca a trasmettere l’essenza della propria startup, la sua mission e i suoi valori. Questo può essere fatto attraverso la creazione di video, podcast, blog o altri contenuti che raccontino la storia della startup e dei suoi fondatori in modo emozionale e coinvolgente.

 

Per acquisire le competenze necessarie a sviluppare una strategia di comunicazione efficace, è possibile seguire corsi online come il corso di Gestione d’Impresa e Comunicazione per Startup, che fornirà le conoscenze di base necessarie per la creazione di una strategia di comunicazione vincente. Inoltre, è possibile collaborare con esperti di marketing e di comunicazione per ottenere un supporto professionale nella creazione della strategia di comunicazione e dello storytelling della propria startup.

   

FAQ sulla creazione di startup

Vediamo ora alcune domande frequenti che gli utenti si pongono spesso nel momento in cui cercano informazioni a riguardo della creazione di startup.

 

Cosa si intende per startup?

Una startup innovativa è un’azienda emergente, con una forte base tecnologica e grandi opportunità di crescita, che rappresenta un importante obiettivo per la politica industriale del nostro Paese.

 

Quali sono i requisiti di una startup?

Le caratteristiche distintive di una startup innovativa sono le seguenti: deve essere un’azienda giovane, con una forte componente tecnologica e un alto potenziale di crescita.

 

Inoltre, deve rispettare alcuni specifici requisiti come essere stata costituita non più di 5 anni fa, avere la residenza in Italia o avere una sede produttiva o una filiale in Italia, e avere un fatturato annuo inferiore a 5 milioni di euro.

 

Chi può aprire una start up?

Per avviare una startup, è necessario soddisfare alcuni requisiti, tra cui essere il detentore o il proprietario di un brevetto o di un software. È inoltre richiesto di investire una percentuale del fatturato o dei costi di produzione nella ricerca e sviluppo, e di assumere personale qualificato in linea con le quote previste dalla normativa.

 

Quanti soldi ci vogliono per aprire una startup?

Per avviare una startup sono richiesti degli investimenti economici che possono variare da 500 a oltre 2600 euro, come si può vedere dalla tabella che riassume i costi. Se si sceglie di costituire una Srl innovativa, l’investimento iniziale può raggiungere anche i 10.000 euro per coprire tutte le spese. Nel caso invece di una Srls, le spese iniziali per la costituzione sono inferiori.

 

Quante sono le startup che falliscono ogni anno?

In genere, il 90% delle startup non riesce a raggiungere il successo, mentre ogni anno il 95% dei nuovi prodotti lanciati non riesce a consolidarsi sul mercato.

 

Quanto dura la fase di startup?

La fase iniziale di una startup ha una durata di 5 anni, indipendentemente dal tipo di struttura legale adottata, sia essa una società di capitali o un’attività autonoma in regime forfettario. Solitamente, molte persone che desiderano diventare imprenditori scelgono di avviare la loro attività utilizzando il regime forfettario e successivamente passare ad una società quando il fatturato aumenta.

 

Cosa bisogna conoscere prima di aprire una startup?

Prima di intraprendere l’avventura imprenditoriale con la tua startup, ci sono cinque passi importanti che devi seguire: comprendere le caratteristiche delle startup, valutare le tue abilità e competenze, valutare il tuo progetto, testare la tua idea e prenderti cura delle persone e del tuo team. Inoltre, uno strumento fondamentale per sviluppare la tua startup è un business plan solido e ben strutturato. Ti consigliamo di approfondire queste tematiche e acquisire ulteriori competenze attraverso il Corso Online di Gestione d’Impresa e Comunicazione per Startup.

 

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